La tentazione di raccontare le emozioni che questo sport riesce ad evocare è davvero forte.

 

La voglia di condividere una storia, anche solo basata su dei volti. Prima, durante e dopo il match si è investiti da emozioni sincere.

 

La tensione prima di un calcio, la concentrazione e la determinazione prima dell'ingresso in campo, o più semplicemente la delusione dopo una sconfitta.

 

Sentimenti comuni a molti sport è vero, ma ciò che fa la differenza nel rugby

 Parma, 16 aprile 2016. L'irlandese Tommy Bowe ala di Ulster

e della nazionale irlandese durante un selfie con i suoi piccoli fan.

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è quello che avviene al di fuori del rettangolo di gioco prima e dopo gli ottanta minuti di gioco.

 

L'aria che si respira è di gioia e spensieratezza, e la voglia di condivisione di questo sport anche ad alti livelli è davvero ancora molto forte.

 

Se si ha la fortuna di assistere ad un match internazionale di rugby ci si sente catapultati dentro un ipotetico viaggio in cui si riscoprono tradizioni, riti e cultura di popoli che si fanno ambasciatori di questo sport.

 

E' proprio questa la forza del rugby.

 

Uno sport "inclusivo", dai campi più umili di periferia ai più blasonati palcoscenici, le tradizioni vengono rispettate e tramandate. 

 


Una foto a partita.

 

Una carrellata di immagini che riassume un anno intero di sacrifici, vittorie e sconfitte.

 

Una stagione (2015/2016) che ha visto le Zebre protagoniste di una cavalcata che ha portato fino alla conquista di un posto in EPCR Champions Cup.

 

La consacrazione di Carlo Canna mediano di apertura del presente italiano. 

 

E poi il ritiro del capitano Marco Bortolami nell'ultimo match casalingo. 

Parma, 7 maggio 2016. I ragazzi delle Zebre Rugby concludono una bella

stagione con la conquista di un posto in EPCR Champions Cup.

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Il padovano, storica seconda linea del rugby italiano, chiude la sua splendida carriera con 66 presenze con la maglia delle Zebre e 112 con quella nazionale italiana.